L’utilizzazione indiretta dei lavoratori
Olivia Bonardi
Abstract
La monografia, pubblicata nella Collana di diritto del lavoro diretta
dal prof. G. Pera, ed. Franco Angeli, si propone di analizzare le diverse
forme di interposizione e intermediazione nel rapporto di lavoro alla luce
del divieto sancito dall’art. 1, l.n. 1369/60 e delle numerose successive
leggi che nel corso degli anni hanno derogato a tale divieto, tentando
di compiere un’opera di sistemazione complessiva della disciplina giuridica
dell’utilizzazione indiretta dei lavoratori, per verificarne la tenuta
dal punto di vista sistematico e per valutare l’opportunità di una
sua riforma legislativa.
La monografia si divide in tre parti: la prima (capp. I, II e III) è
dedicata all’analisi del divieto di interposizione; la seconda (cap. IV
e V) alle forme lecite di utilizzazione indiretta dei lavoratori, tra le
quali rileva soprattutto il lavoro temporaneo; infine, la terza parte (cap.
VI) valuta in modo complessivo la disciplina legislativa delle forme lecite
e illecite di interposizione.
L’analisi muove dalla constatazione che, a distanza di quarant’anni
dalla sua emanazione, il divieto di interposizione nelle prestazioni di
lavoro costituisce ancora il punto di riferimento fondamentale per la disciplina
delle forme di utilizzazione indiretta dei lavoratori, incidendo sia sui
più risalenti sistemi di sfruttamento della manodopera, sia sui
moderni processi di outsourcing e di ristrutturazione aziendale.
In un momento di grandi trasformazioni qual è quello attuale, esso
si pone dunque al centro del dibattito relativo al futuro assetto del diritto
del lavoro. Il primo capitolo è quindi dedicato all’esegesi dell’art.1,
l.n. 1369/60 e all’analisi delle diverse proposte interpretative avanzate
nel corso degli anni; qui l’A. prende posizione a favore della tesi secondo
la quale il divieto di interposizione nelle prestazioni di lavoro vieta
qualunque forma di utilizzazione indiretta dei lavoratori, indipendentemente
dalle modalità contrattuali mediante le quali si giunge all’interposizione
e indipendentemente dalla sussistenza di un intento fraudolento o dalla
concreta lesione dei diritti dei lavoratori.
Nel secondo capitolo, preso atto della notevole ineffettività
del divieto in questione, l’A. analizza la giurisprudenza in materia, al
fine di valutare quali siano i principali problemi emersi nella fase della
sua applicazione. Sono affrontati, in particolare, il problema dell’estensione
del divieto ai datori di lavoro non imprenditori e alla p.a., quello della
sua applicazione alle forme di lavoro associato e autonomo, quello della
distinzione tra fornitura di mere prestazioni di lavoro e appalto di opere
o di servizi. Inoltre sono trattate le questioni dei limiti di legittimità
del distacco dell’utilizzazione dei lavoratori da parte dei gruppi di imprese.
Il terzo capitolo è dedicato all’analisi delle conseguenze della
violazione del divieto di interposizione nelle prestazioni di lavoro. Dopo
aver preso in considerazione le diverse teorie relative alle modalità
di costituzione del rapporto tra il lavoratore e l’effettivo utilizzatore
delle sue prestazioni, sono trattati i temi dell’efficacia degli atti compiuti
dall’interposto nei confronti del lavoratore, del rapporto tra fornitore
e utilizzatore del lavoratore e delle conseguenze penali e previdenziali
della violazione del divieto di interposizione.
La seconda parte della monografia riguarda le forme lecite di utilizzazione
indiretta dei lavoratori e, in primo luogo, il lavoro temporaneo, al quale
è dedicato il quarto capitolo. Dopo aver ricostruito il dibattito
politico e sindacale relativo all’introduzione nel nostro ordinamento di
questa nuova forma di lavoro, l’A. affronta le questioni della qualificazione
giuridica dell’istituto, della rilevanza e degli effetti del collegamento
negoziale esistente tra il contratto di fornitura e il contratto per prestazioni
di lavoro temporaneo. Infine l’A. si sofferma sulle principali questioni
relative allo svolgimento del rapporto di lavoro temporaneo, cercando di
definire l’esatta posizione giuridica dei tre soggetti che vi sono coinvolti.
L’ultima parte del capitolo è dedicata all’analisi dell’apparato
sanzionatorio e al coordinamento tra le disposizioni di cui agli artt.
1-11, l .n. 196/97 e agli artt. 1 e 2, l.n. 1369/60.
Il quinto capitolo analizza, da un punto di vista più ampio,
le forme lecite di interposizione: diverse leggi, nel corso degli anni,
hanno derogato al divieto sancito dall’art.1, l.n. 1369/60. Con riferimento
a queste forme di utilizzazione indiretta dei lavoratori l’A. cerca in
primo luogo di individuare quale sia la disciplina generale ad essi applicabile,
affrontando le questioni della rilevanza del consenso del lavoratore, dei
limiti derivanti dal divieto dei negozi in frode alla legge e dalla disciplina
codicistica della simulazione. In secondo luogo l’A. discute la questione,
peraltro già emersa con riferimento al lavoro temporaneo, del coordinamento
della disciplina nazionale con quella comunitaria e, in particolare, con
la disciplina della concorrenza stabilita dal TCE. Infine l’A. tratta in
modo analitico le diverse forme di interposizione lecita, dal distacco
dei lavoratori attuato al fine di evitare un licenziamento collettivo,
alla mobilità dei lavoratori assunti con contratto di formazione
e lavoro, dalle nuove forme di utilizzazione indiretta dei lavoratori disabili
introdotte con la l.n. 68/99 alla recente disciplina del lavoro temporaneo
portuale.
Nella terza parte della monografia l’A. cerca di fornire un quadro d’insieme
della disciplina giuridica delle forme di utilizzazione indiretta dei lavoratori,
al fine di valutarne la tenuta sul piano sistematico e di discutere le
proposte di riforma legislativa e le più recenti soluzioni interpretative
avanzate in materia. In conclusione l’A. propone aggiornare, in via interpretativa,
i criteri utilizzati dai giudici per individuare le fattispecie interpositorie
vietate, facendo riferimento ad alcune indicazioni risultanti dalla legislazione
in materia di sicurezza e igiene del lavoro e dalla normativa di derivazione
comunitaria in materia di appalti pubblici di servizi e di forniture, nonché
di riformulare, con un intervento legislativo, il divieto di interposizione
in modo tale da renderne più rigorosa la distinzione rispetto all’appalto
lecito di opere e servizi, come già indicato dal legislatore nella
legge n. 499/93, di riforma dell’apparato sanzionatorio in materia di lavoro.
Indice
Parte prima
Il divieto di interposizione nelle prestazioni di lavoro:
contenuto e sanzioni
|
1. Definizione della fattispecie interpositoria vietata
dall’art. 1, l.n. 1369/60
|
1. Introduzione
|
2. L’interpretazione dell’art.1, l.n. 1369/60 secondo i primi commentatori
della norma. Prime acquisizioni sulla struttura della fattispecie interpositoria
|
3. La tesi dell’interposizione fraudolenta. Critica. Con il divieto
d’interposizione il legislatore ha inteso vietare un determinato risultato
a prescindere dallo strumento contrattuale utilizzato per raggiungerlo.
Primi cenni e rinvio
|
4. La ricostruzione della fattispecie di cui all’art. 1, l.n. 1369/60
quale nuova forma di interposizione non sussumibile negli schemi civilistici
dell’interposizione reale e fittizia. La rile-vanza dell’effettiva utilizzazione
delle prestazioni di lavoro
|
5. Segue: interposizione nelle prestazioni di lavoro e istituti civilistici
che consentono la deviazione degli effetti del contratto in capo a un terzo.
Cenni introduttivi
|
6. La tesi dell’interposizione fittizia: conferma della rilevanza
del dato dell’effettiva utilizzazione delle prestazioni di lavoro. L’effettiva
utilizzazione va intesa come sussistenza di un rap-porto di lavoro subordinato
che si svolge direttamente tra im-prenditore interponente e lavoratore.
Critica. Marginalità del ricorso alla simulazione nell’interposizione
di mere pre-stazioni di lavoro
|
7. La tesi dell’interposizione reale. Necessità che sia l’interposto
ad esercitare il potere direttivo. Critica. Irrilevanza della persona che
esercita il potere direttivo
|
8. Il ricorso ad altri istituti civilistici che consentono l’uti-lizzazione
indiretta delle prestazioni di lavoro: la cessione del credito alla prestazione
di lavoro, le ipotesi del contratto a fa-vore di terzi e dell’unico negozio
trilatero cui partecipi anche il lavoratore: tendenziale applicabilità
del divieto di interpo-sizione
|
9. Riepilogo e prime conclusioni: il divieto di interposizione co-me
divieto di utilizzazione indiretta delle prestazioni di lavoro indipendentemente
dallo strumento utilizzato a tal fine. Le forme socialmente tipiche dell’interposizione:
cenni introduttivi e rinvio
|
2. La difficile applicazione del divieto di interposizione
|
1. Premessa
|
2. L’ambito di applicazione del divieto: le limitazioni soggettive
|
2.1. I datori di lavoro non imprenditori
|
2.2. La pubblica amministrazione
|
2.3. Soggetti particolari: cenni e rinvio
|
2.4. Le limitazioni soggettive. Conclusioni
|
3. Lavoro autonomo e in associazione: la fuga dal lavoro subor-dinato
e i confini del divieto di interposizione
|
4. La distinzione tra appalto e interposizione
|
4.1. La provenienza dei capitali, delle macchine e delle at-trezzature
|
4.2. Il metodo tradizionale di qualificazione delle fattispecie
e le vie di fuga dal divieto di interposizione
|
5. La zona grigia tra interposizione e appalto: analisi di alcuni
settori particolarmente a rischio
|
5.1. Le nuove frontiere dell’interposizione: le società
di management e di engineering
|
5.2. Gli appalti di servizi informatici
|
5.3. Gli appalti di facchinaggio, pulizia e vigilanza
|
6. Una figura di confine: il c.d. comando o distacco del lavoratore
|
6.1. La legislazione in materia di comando o distacco
|
6.2. La definizione di comando o distacco di elaborazione giurisprudenziale
e la sua legittimità ex art. 1, l.n. 1369/60
|
6.3. La fonte giuridica del
comando o distacco
|
6.4. Alcune interpretazioni riduttive della giurisprudenza
|
7. L’impiego dei lavoratori nell’ambito di società collegate:
la ri-levanza della forma gruppo nel diritto del lavoro e l’uti-lizzazione
indiretta dei lavoratori
|
8. Segue: il gruppo, il distacco e il divieto di interposizione nelle
prestazioni di lavoro
|
3. Le conseguenze della violazione del divieto di
interposizione
|
1.
Premessa |
2. La costituzione del rapporto di lavoro con l’effettivo uti-lizzatore
delle prestazioni di lavoro
|
2.1. Le tesi che partono dalla nullità del contratto di
lavoro
|
2.2. La tesi c.d. del procedimento negoziale
|
2.3. La teoria della novazione legale
|
2.4. La teoria della surrogazione soggettiva
|
3. Il momento di costituzione del rapporto di lavoro con l’effet-tivo
utilizzatore e il trattamento spettante al lavoratore
|
4. La successione di più utilizzatori della prestazione di
lavoro: conseguenze sul piano del rapporto di lavoro
|
5. L’efficacia degli atti compiuti dall’interposto con particolare
riferimento al licenziamento del lavoratore
|
6. La responsabilità dell’interposto per il trattamento spettante
al lavoratore
|
7. Segue: la responsabilità dell’interposto per il versamento
dei contributi previdenziali e assicurativi
|
8. I rapporti tra effettivo utilizzatore delle prestazioni e soggetto
interposto. La responsabilità penale
|
9. Divieto di interposizione e norme in materia di collocamento
|
10. La (dis)applicazione delle sanzioni alla pubblica amministrazione
|
Parte seconda
L’interposizione lecita |
4. Il lavoro temporaneo
|
1. Premessa
|
2. Una precisazione terminologica
|
3. Agli albori. Il dibattito sull’introduzione del lavoro tempo-raneo:
una guerra solo ideologica?
|
4. Dal protocollo del 23 luglio 1993 al patto per il lavoro del set-tembre
‘96 (passando per i progetti di legge in materia)
|
5. La legge n. 196/1997: cenni introduttivi
|
6. Il problema della qualificazione giuridica del lavoro tempo-raneo
|
7. Segue: la questione della rilevanza del collegamento negoziale
|
8. I requisiti delle agenzie fornitrici
|
8.1. I requisiti delle agenzie fornitrici e il principio comuni-tario
della libera circolazione dei servizi
|
8.2. Le cooperative di fornitura di lavoro temporaneo
|
8.3. I controlli sull’operato delle agenzie di fornitura
|
9. Il contratto di fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo
|
10. I motivi di legittimo ricorso al lavoro temporaneo…
|
11. … e i divieti
|
11.1. Il divieto di adibizione alle mansioni individuate dai contratti
collettivi
|
11.2 I divieti posti a tutela della sicurezza del lavoro
|
11.3 Il divieto di sostituzione dei lavoratori in sciopero
|
11.4 Gli ulteriori divieti
|
12. La qualificazione giuridica del contratto per prestazioni di la-voro
temporaneo: irrilevanza della distinzione tra contratto di lavoro temporaneo
a termine e a tempo indeterminato
|
13. Segue: la qualificazione giuridica del contratto per presta-zioni
di lavoro temporaneo: riconducibilità del contratto al ti-po delineato
dall’art. 2094 c.c.
|
14. La tutela del lavoratore nel mercato e la fase costitutiva del
rapporto di lavoro
|
14.1. Il contenuto del contratto di lavoro
|
15. Lo svolgimento del rapporto di lavoro. A) Le posizioni fon-damentali:
potere direttivo, obbligo di fedeltà, potere disci-plinare e
ius variandi
|
15.1. Il potere direttivo e la responsabilità dell’utilizzatore
|
15.2. L’obbligo di "fedeltà" del lavoratore
|
15.3. Il potere disciplinare
|
15.4. Il mutamento di mansioni
|
16. Segue: lo svolgimento del rapporto di lavoro. B) Il tratta-mento
spettante al lavoratore e l’indennità di disponibilità
|
16.1. L’indennità di disponibilità
|
16.2. La responsabilità dell’agenzia e dell’utilizzatore
per il trattamento spettante al lavoratore e in materia di sicurezza del
lavoro
|
17. Il ruolo della contrattazione collettiva: il primo contratto col-lettivo
della categoria dei lavoratori temporanei e i diritti sin-dacali
|
17.1. L’esercizio dei diritti sindacali
|
18. Patologia del lavoro temporaneo. A) Le sanzioni previste dall’art.
10, l.n. 196/97
|
18.1. Il rinvio alla l.n. 1369/60
|
18.2. Le altre sanzioni connesse alla violazione della l.n. 196/97
|
19. Segue: patologia del lavoro temporaneo. B) La proroga e il termine
della missione. L’interruzione della missione e il li-cenziamento del lavoratore
|
19.1. La proroga della missione
|
19.2. La continuazione del rapporto oltre il termine
|
19.3. La successione di più forniture di lavoratori
|
19.4. Le clausole di gradimento e l’interruzione della mis-sione
|
19.5. Il rifiuto della missione da parte del lavoratore
|
19.6. Il licenziamento del lavoratore temporaneo
|
20. Epilogo e premessa al capitolo V
|
5. Altre forme di interposizione lecita
|
1. Premessa
|
2. I limiti generali posti dall’ordinamento all’utilizzazione indiretta
di lavoratori subordinati
|
2.1. La rilevanza del consenso del lavoratore
|
2.2. La legittimità del contratto di fornitura di mere prestazioni
di lavoro ex art. 1322 c.c.
|
2.3. I limiti derivanti dal divieto dei negozi in frode alla legge
(art. 1344 c.c.).
|
2.4. I limiti derivanti dalla disciplina codicistica dell’interposizione
fittizia
|
3. La difficile integrazione fra il divieto di interposizione nelle
prestazioni di lavoro e il diritto comunitario
|
4. Il cosiddetto prestito di manodopera: il distacco attuato al fine
di evitare il licenziamento collettivo.
|
5. Segue: il distacco del lavoratore assunto con contratto di formazione
e lavoro
|
6. Il distacco dei ricercatori, dei tecnologi e dei tecnici di ricerca
previsto dall’art. 14, l.n. 196/97
|
7. Le convenzioni di inserimento temporaneo dei disabili: una nuova
deroga al divieto di interposizione
|
8. La sanatoria prevista dalla l. n. 144/99 per l’interposizione nelle
attività sociosanitarie
|
9. Le deroghe previste dal d.p.r. n. 1192/61
|
10. L’interposizione nelle prestazioni di lavoro portuale: un problema
risolto?
|
10.1 Il lavoro portuale e il divieto di interposizione dal codice
della navigazione alla riforma del 1994.
|
10.2 Dalla l. n. 84/94 alla l.n. 647/96: il (temporaneo) "ritor-no"
alla disciplina generale in materia di interposizione nelle prestazioni
di lavoro
|
10.3 La fornitura di lavoro portuale temporaneo dopo la l. n. 186/2000
e l’interposizione nell’interposizione…
|
11. Conclusioni
|
|
Parte terza
Forme lecite e illecite di interposizione: una visione d’insieme
6. La disciplina dell’utilizzazione indiretta dei lavoratori e
le nuove forme di organizzazione del lavoro
|
1. Il divieto di interposizione nelle prestazioni di lavoro: tentativo
di un bilancio.
|
1.1. Il divieto di interposizione nelle prestazioni di lavoro: le
questioni risolte
|
1.2. Segue: il divieto di interposizione nelle prestazioni di la-voro:
i nodi interpretativi irrisolti.
|
2. La legittimazione del lavoro temporaneo: effetti sulla giu-risprudenza
in materia di interposizione
|
3. Le proposte di legge in materia di distacco del lavoratore
|
4. Subfornitura, outsourcing e nuove forme di decentramento produttivo:
verso l’abrogazione del divieto di interposizione nelle prestazioni di
lavoro?
|
5. Lavoro temporaneo e contrat d’activité
|
6. La riformulazione del divieto di interposizione nelle pre-stazioni
di lavoro: le indicazioni della legge n. 499/93
|
7. La ridefinizione dei criteri di distinzione tra appalto e interposizione
|
Bibliografia |
Indice analitico |