Breve descrizione
L’opera, come precisato nella Premessa, si propone una pluralità di obiettivi:
Tenendo presenti tali obiettivi di fondo, il libro si struttura in una prima parte dedicata, da un lato, alla ricostruzione del significato sociologico ed economico del fenomeno e delle sue interazioni con l’ordinamento giuridico; dall’altro all’individuazione della fattispecie giuridica attraverso il ricorso alle definizioni normative contenute negli atti comunitari di soft law, nel diritto internazionale, nell’attuale progettazione legislativa interna. Quindi analizza il rapporto, bidirezionale ma non univoco, fra molestie sessuali e discriminazione sessuale, secondo un approccio comparato con l’ordinamento statunitense, descritto nelle sue più recenti evoluzioni. Nella terza parte si sofferma sul ruolo creativo e di supplenza svolto dalla giurisprudenza e dalla contrattazione collettiva nella disciplina del fenomeno, mettendo in risalto il diverso grado di maturazione della questione a livello giurisprudenziale e nei diversi tavoli negoziali e sedi sindacali. L’opera si concentra poi sulle diverse tecniche di tutela concretamente attingibili, dalle tutela compensative, alla tutele in forma specifica, a quelle demolitorie e prevenzionistiche, secondo una prospettiva unitaria del complesso di rimedi civilistici e lavoristici e del loro grado di effettività ed efficacia. Particolare attenzione viene rivolta alla collocazione sistematica del danno da molestia sessuale, del danno da mobbing, del danno esistenziale, nel quadro di una revisione delle funzioni tipiche del risarcimento e della sua predominanza fattuale sia sotto il profilo della deterrenza sia sotto quello dell’effettivo ristoro. Infine l’ultimo capitolo è riservato alla tutela penale con la disamina delle diverse fattispecie criminose astrattamente applicabili alla molestia sessuale (dai delitti contro l’onore, ai delitti contro la libertà personale, alla contravvenzione di molestia o disturbo alle persone, al reato di violenza sessuale) e dei limiti strutturali e funzionali dell’intervento repressivo criminale.
Il lavoro perviene alla conclusione che la funzione di prevenzione generale e speciale contro la commissione di molestie sessuali nei luoghi di lavoro viene affidata in larga parte al risarcimento del danno, visti i limiti dimostrati dalle sanzioni civilistiche restitutorie ed inibitorie e quelli registrati dalla sanzione penale in sede di accertamento dei fatti e di esecuzione della pena, dove la previsione della norma incriminatrice mantiene una propria valenza dissuasiva e riparatoria per la parte lesa solo nei casi in cui riesca ad essere effettivamente applicata, quindi solo per le ipotesi più gravi di violenza sessuale, non caratterizzate da alcuna circostanza attenuante. Naturalmente si tratta di una via indiretta e surrettizia per creare un freno all’azione illecita posto che il legislatore interno non ha ancora deciso di por mano in via generale alla formulazione di un sistema organico di sanzioni civili punitive; tuttavia tale prospettiva, di una responsabilità civile deformata negli scopi e nelle funzioni tipiche, appare assolutamente apprezzabile, ed anzi da valorizzare al massimo nelle scelte interpretative che la casistica empirica propone, in quanto surrogatoria rispetto alle inefficienze delle altre tecniche di tutela e unico vero baluardo alla difesa di fondamentali libertà e primari diritti sociali. In questo bilancio sull’effettività e sulla reale capacità di incidenza dei rimedi azionabili pesa comunque l’incognita del ruolo che la compagine sindacale intenderà svolgere nella lotta al fenomeno sociale.
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Premessa
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