MOLESTIE SESSUALI SUL LAVORO. FATTISPECIE GIURIDICA E TECNICHE DI TUTELA
(A. Pizzoferrato)

Breve descrizione

 

L’opera, come precisato nella Premessa, si propone una pluralità di obiettivi:

 

    1. diffondere la coscienza dell’illegittimità di certe prassi e alimentare una riflessione interdisciplinare che favorisca la riproposizione del tema quale argomento centrale non solo del dibattito sindacale e dei movimenti femministi, ma anche di quello dottrinale, politico e dell’intera società civile, in vista dell’adozione di una disciplina legislativa organica ed innovativa;
    2. accreditare una nozione unitaria di molestie, sgomberando definitivamente il campo da dubbi ed incertezze applicative, sulla base dei dati normativi attualmente a disposizione;
    3. mettere in luce pregi e lacune dell’azione di supplenza giurisprudenziale e contrattuale realizzata nel nostro paese nell’ultima decade, come reazione al dinamismo comunitario ed alla contrapposta inerzia del legislatore interno;
    4. valorizzare gli ambiti di applicazione delle tecniche di tutela esistenti, il loro bilanciamento attuale ed il grado di effettività, anche in relazione alla verifica della law in action ed alle ricadute macroeconomiche delle scelte giuridiche compiute;
    5. prefigurare aree di intervento del legislatore e nuovi scenari di tutela possibili, secondo il principio per cui non deve in alcun modo penetrare, nell’ossatura del nostro sistema giuridico, la logica del più forte, che, contagiando le relazioni interpersonali con il "morbo del dominio", legittima l’uso arbitrario ed indiscriminato del potere, annulla le individualità e pregiudica il nucleo dei diritti fondamentali della persona.
 

Tenendo presenti tali obiettivi di fondo, il libro si struttura in una prima parte dedicata, da un lato, alla ricostruzione del significato sociologico ed economico del fenomeno e delle sue interazioni con l’ordinamento giuridico; dall’altro all’individuazione della fattispecie giuridica attraverso il ricorso alle definizioni normative contenute negli atti comunitari di soft law, nel diritto internazionale, nell’attuale progettazione legislativa interna. Quindi analizza il rapporto, bidirezionale ma non univoco, fra molestie sessuali e discriminazione sessuale, secondo un approccio comparato con l’ordinamento statunitense, descritto nelle sue più recenti evoluzioni. Nella terza parte si sofferma sul ruolo creativo e di supplenza svolto dalla giurisprudenza e dalla contrattazione collettiva nella disciplina del fenomeno, mettendo in risalto il diverso grado di maturazione della questione a livello giurisprudenziale e nei diversi tavoli negoziali e sedi sindacali. L’opera si concentra poi sulle diverse tecniche di tutela concretamente attingibili, dalle tutela compensative, alla tutele in forma specifica, a quelle demolitorie e prevenzionistiche, secondo una prospettiva unitaria del complesso di rimedi civilistici e lavoristici e del loro grado di effettività ed efficacia. Particolare attenzione viene rivolta alla collocazione sistematica del danno da molestia sessuale, del danno da mobbing, del danno esistenziale, nel quadro di una revisione delle funzioni tipiche del risarcimento e della sua predominanza fattuale sia sotto il profilo della deterrenza sia sotto quello dell’effettivo ristoro. Infine l’ultimo capitolo è riservato alla tutela penale con la disamina delle diverse fattispecie criminose astrattamente applicabili alla molestia sessuale (dai delitti contro l’onore, ai delitti contro la libertà personale, alla contravvenzione di molestia o disturbo alle persone, al reato di violenza sessuale) e dei limiti strutturali e funzionali dell’intervento repressivo criminale.

 

Il lavoro perviene alla conclusione che la funzione di prevenzione generale e speciale contro la commissione di molestie sessuali nei luoghi di lavoro viene affidata in larga parte al risarcimento del danno, visti i limiti dimostrati dalle sanzioni civilistiche restitutorie ed inibitorie e quelli registrati dalla sanzione penale in sede di accertamento dei fatti e di esecuzione della pena, dove la previsione della norma incriminatrice mantiene una propria valenza dissuasiva e riparatoria per la parte lesa solo nei casi in cui riesca ad essere effettivamente applicata, quindi solo per le ipotesi più gravi di violenza sessuale, non caratterizzate da alcuna circostanza attenuante. Naturalmente si tratta di una via indiretta e surrettizia per creare un freno all’azione illecita posto che il legislatore interno non ha ancora deciso di por mano in via generale alla formulazione di un sistema organico di sanzioni civili punitive; tuttavia tale prospettiva, di una responsabilità civile deformata negli scopi e nelle funzioni tipiche, appare assolutamente apprezzabile, ed anzi da valorizzare al massimo nelle scelte interpretative che la casistica empirica propone, in quanto surrogatoria rispetto alle inefficienze delle altre tecniche di tutela e unico vero baluardo alla difesa di fondamentali libertà e primari diritti sociali. In questo bilancio sull’effettività e sulla reale capacità di incidenza dei rimedi azionabili pesa comunque l’incognita del ruolo che la compagine sindacale intenderà svolgere nella lotta al fenomeno sociale.

 

 

Indice sommario

 

MOLESTIE SESSUALI SUL LAVORO. FATTISPECIE GIURIDICA E TECNICHE DI TUTELA
Cedam, Padova, 2000

Premessa

Capitolo primo

 

Molestie sessuali sui luoghi di lavoro: la via obbligata della giuridificazione secondo opzioni di valore condivise a livello costituzionale. Morfologia di una definizione normativa in fieri

 

    1. Le molestie sessuali sul lavoro: essere, dover essere e valori fondamentali dell’ordinamento giuridico
    2. Relazioni interpersonali e differenze sessuali sul posto di lavoro: verso la neutralità di genere per garantire uguaglianza sostanziale e identità professionale.
    3. I riflessi delle molestie sessuali sul versante dell’economia d’impresa.
    4. La prima svolta: giuridificazione o liberalizzazione dei comportamenti relazionali a sfondo sessuale sui luoghi di lavoro. La legge come strumento irrinunciabile di garanzia dei beni primari della persona.
    5. Fenomeno sociale, interesse statistico e ruolo degli attori istituzionali.
    6. La multiforme fenomenologia empirica delle molestie sessuali.
    7. La difficoltà di tracciare una nozione legale di molestia sessuale.
    8. Le istituzioni comunitarie dinanzi al fenomeno delle molestie sessuali: una scelta ancora incompiuta per un approccio forte di tipo regolamentare. Dalla consapevolezza istituzionale all’emanazione di normative di indirizzo.
    9. Segue: dal quarto programma d’azione sulle pari opportunità uomo-donna alla relazione finale sulle pari opportunità per il 1999. Una tantum della giurisprudenza comunitaria in tema di molestie sessuali.
    10. Il ruolo del diritto internazionale nella disciplina legale delle molestie sessuali.
    11. La nozione emergente dagli atti normativi comunitari di soft law: presupposti oggettivi e soggettivi.
    12. Le fattispecie legali prefigurate nei progetti di legge attualmente pendenti in Parlamento: punti di contatto e divergenze.
    13. Indesideratezza, ragionevolezza e consenso nel disegno di legge Smuraglia. Giudizio positivo di compatibilità con la nozione comunitaria.
 
Capitolo secondo
 
Le molestie sessuali come discriminazione di genere: modello italiano e statunitense a confronto

 

    1. Molestie sessuali e discriminazioni di genere: una relazione bidirezionale. L’intenzionalità dell’autore come elemento puramente accidentale di entrambe le fattispecie. Interno volere ed idoneità della condotta a ledere la parità di trattamento.
    2. Teoria oggettiva della discriminazione, estensione applicativa, natura dell’illiceità.
    3. Limiti applicativi del ricorso alle clausole di buona fede e correttezza nell’ambito delle discriminazioni "non intenzionali": una conferma implicita della tesi oggettiva.
    4. Presupposti e cause giustificative delle discriminazioni indirette. Il meccanismo di alleggerimento del carico probatorio previsto dall’art. 4, c. 5, l. n. 125/’91 fra "presunzione semplice semipiena" e "presunzione legale relativa": utilità della sua applicazione sul versante delle molestie sessuali ad effetti discriminatori.
    5. Il sexual harassment nel sistema statunitense fra passato, presente e futuro. L’affermazione del modello discriminatorio e le sue difficoltà di tenuta sistematica alla luce delle evoluzioni del costume sociale. Dal paradigma del sexual desire-dominance al competence-centered account. Favoritismo sessuale e incongruenze ricostruttive.
    6. Segue: Same-sex harassment e discriminazione di genere: l’inclusione dell’inclinazione sessuale nel concetto di sex based. Insufficienze pratiche della costruzione teorica: verso la "sterilizzazione" delle differenze di genere per valorizzare l’unificante prospettiva della tutela della dignità della persona. Il recente dualismo normativo federale/statale ed il rischio del consolidamento di un sistema "a più velocità".
    7. Responsabilità e ripartizione del carico probatorio nel modello federale statunitense: la posizione del datore di lavoro fra strict liability, vicarious liability e direct liability.
    8. Policy against sexual harassment e corrective actions nella disciplina statale statunitense. Natura giuridica e distribuzione delle responsabilità secondo il modello californiano del FEHA. Il contributo offerto dal caso Jones v. Clinton alla formazione del Sexual Harassment Law.
 
Capitolo terzo

 

Il ruolo creativo della giurisprudenza e della contrattazione collettiva nella salvaguardia della dignità dei lavoratori

 

    1. Risultati e limiti dell’azione della giurisprudenza e della contrattazione collettiva. Il ruolo secondario giocato dalla dottrina.
    2. L’emersione giurisprudenziale del fenomeno delle molestie sessuali: storia di un decennio che ha visto formarsi un "diritto vivente".
    3. Molestie sessuali e licenziamento: dal diritto all’autotutela alla proporzionalità della sanzione espulsiva passando attraverso il principio di autonomia dei vasi processuali (penale e civile) ed al self restraint del giudice di legittimità in ordine alla valutazione del materiale probatorio. Rilevanza marginale della posizione professionale ricoperta dal molestatore.
    4. Molestie sessuali, giusta causa di dimissioni e risarcimento dei danni non patrimoniali. La carica espansiva ed assorbente del danno biologico. L’esposizione debitoria del datore di lavoro per fatti commessi dai propri dipendenti.
    5. Molestie sessuali prive di effetti risolutivi sul rapporto di lavoro, responsabilità contrattuale ex art. 2087 c.c. del datore molestatore e questioni di competenza funzionale del giudice del lavoro.
    6. L’apporto della contrattazione collettiva fra semplici dichiarazioni d’intenti ed effettive regole operazionali.
    7. Segue: le diverse tipologie di intervento approntate a livello collettivo per fronteggiare il fenomeno.
    8. Segue: l’innovativa esperienza dei codici di condotta "contrattati".
    9. Il fenomeno del mobbing ed il suo riconoscimento legislativo in itinere.
    10. La riconduzione del "danno da mobbing" nell’ambito della lesione dei diritti della personalità. Il danno psichico quale elemento accessorio dell’illecito civile.
 
Capitolo quarto
 
Tecniche di tutela civilistiche e lavoristiche. le nuove funzioni del risarcimento del danno

 

    1. Concorrenza di forme di tutela e prevalenza verso tecniche risarcitorie-indennitarie. Il risarcimento del danno tra compensazione, riparazione e prevenzione generale.
    2. La riscoperta dei valori costituzionali fondamentali attraverso la risarcibilità del "danno ingiusto". Il diritto alla salute e gli altri diritti inviolabili della persona.
    3. Genesi ed evoluzione giurisprudenziale del danno biologico, del danno psichico e del danno morale: l’ispirazione di fondo per cui "il fine giustifica i mezzi".
    4. Tecniche di liquidazione del danno tra equità giudiziale e certezza del diritto.
    5. Nuove forme di danno alla persona del lavoratore: danno esistenziale e danno alla personalità morale.
    6. Il danno da molestia sessuale.
    7. Il danno da perdita di chance.
    8. La riforma dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro ed i suoi riflessi nel campo delle molestie sessuali.
    9. Le funzioni del risarcimento nell’ambito del danno alla persona. Risarcimento quale sanzione civile punitiva e subalternità delle tecniche di reintegrazione in forma specifica.
    10. La condivisibile ascesa del risarcimento del danno: il ruolo svolto dall’analisi di Law and Economics
    11. Il modello risarcitorio statunitense delle discriminazioni di genere tra limiti federali e "aperture" statali.
    12. Gli effetti prevenzionistici dell’obbligo di sicurezza ed il nesso funzionale con l’esercizio dell’azione disciplinare. La debolezza strutturale delle misure antidiscriminatorie. Il residuale apporto fornito dalle proposte di legge.
 
Capitolo quinto
 
Molestie sessuali e tutela penale
 
    1. La rilevanza penale delle molestie sessuali.
    2. I delitti contro l’onore: aspetti sostanziali e processuali.
    3. I delitti contro la libertà individuale. Ambiti di applicazione sussidiaria nel raffronto con l’art. 609 bis c.p.
    4. La contravvenzione di molestia o disturbo alle persone. Proposte abortite di riforma legislativa per adeguare il reato al caso di molestia sessuale.
    5. Il reato di violenza sessuale prima e dopo la riforma del 1996.
    6. La nozione di "atti sessuali" tra "fisicità" dell’azione, movente soggettivo erotico e rapporto interpersonale tra le parti. Profili di legittimità costituzionale della nozione con riguardo al principio di tassatività di cui all’art. 25, c. 2°, Cost.
    7. Modalità obbligate della condotta illecita: violenza, minaccia, abuso di autorità o induzione. Il ruolo tipizzante solo concorrente del dissenso della vittima. L’abuso di autorità privata e la sua trasposizione nell’ambiente di lavoro.
    8. La procedibilità a querela di parte: ratio e deroghe.
    9. Efficacia e limiti della tutela penale. La "mortificante" rappresentazione della pena concretamente irrogabile. Non serve, ed anzi è inopportuna, in una prospettiva de iure condendo, l’istituzione di una figura autonoma di reato.
    10. Le molestie sessuali tra pena pubblica e pena privata.
 

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